La spinta allo stimolo dell’imprenditorialità giovanile passa anche attraverso la semplificazione e l’agevolazione. I giovani italiani sperimentano ancora troppo spesso lavori con contratti precari o esperienze di mancata continuità lavorativa. Per questo motivo, la platea dei giovani in grado di ottenere credito risulta sempre più ridotta, con difficoltà nell’ottenere finanziamenti e necessitando sempre più spesso di un referenziato garante, solitamente un genitore. E’ dunque necessario affrontare il problema dell’accesso al credito per i giovani, attraverso la creazione di un Fondo di garanzia per giovani under 35, con copertura al 100%.
“La spinta allo stimolo dell’imprenditorialità giovanile – spiega Gaetano Di Bello, già presidente nazionale Fare Ambiente Giovani e amministratore delegato dell’Area Pip di San Cipriano d’Aversa – passa infatti anche attraverso la semplificazione e l’agevolazione dei giovani all’accesso al credito per l’avvio e la crescita di nuove imprese e progetti imprenditoriali. E’ poi necessario – sottolinea – aumentare la visibilità e la comprensione degli strumenti di finanziamento attualmente presenti, focalizzandosi anche sulle piccole realtà. Si tratta di un fattore essenziale per accendere l’entusiasmo dei giovani verso le opportunità legate all’autoimprenditorialità”.
“Il decreto Urso che prevede l’allocazione di 300 milioni di euro alle imprese a sostegno di progetti innovativi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle regioni del Mezzogiorno – commenta – appare come un segnale altamente positivo. Questa iniziativa potrebbe stimolare ulteriormente la crescita e l’innovazione, soprattutto nei settori fortemente digitalizzati, dove i giovani imprenditori sembrano essere in grado di fare la differenza. L’Italia – ricorda – in poco più di dieci anni ha visto sparire il 20% delle imprese under 35. E l’impatto maggiore è stato proprio nelle aree del Centro-Sud, già particolarmente segnate da un aumento del divario generazionale. Attualmente, i dati più recenti ci indicano che le imprese giovanili rappresentano circa l’11,7% del totale delle piccole e medie imprese nel Paese”.
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